Ovviamente parliamo di una Roma lontanissima dalla visione che tutti abbiamo oggi; le stime demografiche dicono che tra il 1600 e il 1700 vivevano a Roma circa 150.000 abitanti, assai pochi quindi rispetto all'estensione della città che era più o meno simile a quella odierna.
Gli immensi spazi verdi, vigne e terre recintate, piuttosto che giardini murati e terre abbandonate o lasciate al pascolo trovavano larghi spazi, non solo per attività legate all'agricoltura e alla pastorizia ma anche per la tendenza festaiola tipica romana che ci portiamo dietro da secoli e secoli.
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La campagna romana in un dipinto di Corrodi del 1870 |
Pensate che la fama di queste gite fuoriporta si era addirittura diffusa non solo in tutta Italia, ma ovviamente anche oltralpe, raggiungendo viaggiatori illustri del tempo, filosofi, osservatori e curiosi noti o meno noti che durante i secoli ci hanno descritto cosa accadeva durante queste giornate speciali.
Giacomo Casanova, ad esempio, racconta di aver vissuto una giornata bellissima che come unico difetto aveva la brevità del percorso in carrozzella che a suo avviso, doveva essere più lungo per avere più tempo come dire.....per "conoscere" meglio le fanciulle in sua compagnia!
Un viaggiatore riferisce nei suoi diari che il vino sgorgava a fiumi dalle fontane, si beveva e ballava fino all'alba e che l'atmosfera era allegra e felice.
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foto scattata durante la sagra dell'uva a Marino 2012 |
Se leggendo le ultime righe avete pensato alla sagra dell'uva che si svolge in varie località dei Castelli romani, non siete anomali, no!
Le sagre dell'Uva e quindi del Vino fanno parte dell'eredità culturale che ci portiamo dietro, legata alla fine della Vendemmia e della Bella Stagione.
E' inutile illudersi; per quanto si voglia trovare un lato romantico e mistico alle festività, sono veramente tutte collegate alla vita rurale e al ciclo delle stagioni....Tutte dalla nascita di Gesù a Halloween, passando per ferragosto!
Non ci restate male, perchè in realtà è molto più interessante osservare noi stessi e le nostre invenzioni culturali e sociali consapevoli di chi siamo e da dove veniamo, piuttosto che prendere tutto come un pacchetto prestabilito su cui non possiamo cambiare nulla.
Ma torniamo alle nostre ottobrate....
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Il Saltarello, dipinto di Pinelli |
A proposito di Bacco, c'è da dire per amore del vero che a loro volta la tradizione delle sagre e delle gite fuori porta per mangiare, bere e danzare viene dai
Baccanali, un'antica festività romana. E a dirla tutta potremmo andare ancora più indietro nel tempo ....ma non lo faremo; per questa volta! :)
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Giggi Zanazzo - Foto |
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Abbacchio alla Scottadito |
Giggi Zanazzo, poeta ottocentesco e amante delle feste e della bella vita, non mancò di descrivere con dovizia di particolari le gite a cui partecipava, con tanto di menù e descrizioni dei balli e dei canti.
Grazie ai suoi diari (che bella abitudine che era tenerne uno...peccato che ormai si stia perdendo!), noi oggi sappiamo che tra le pietanze più gettonate almeno nel suo secolo, vi erano gli Gnocchi (di giovedì come ti puoi sbagliare?) e i rigatoni col sugo di Trippa o Pajata (intestino tenue del vitello da latte) . Come secondi svettava l'abbacchio alla scottadito e/o una bella scarpetta con la Trippa al sugo.
Vino a fiumi e come ballo preferito il "saltarello" accompagnato da musici, strimpellatori, "gnacchere" (le nacchere per intenderci che non sono assolutamente solo spagnole!) e gli eterni tamburelli .
Sappiamo anche, grazie al poeta e ad altri partecipanti, che
si svolgevano gare di canzoni che di solito iniziavano citando un fiore e una situazione particolare di corteggiamento per esempio, a cui un secondo cantante rispondeva continuando la frase e montando una sorta di scenetta.
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Capolavoro di Bloch "in un Osteria romana" 1866 |
L'inizio tipico era:
"Fior de Lino.....la più bella è vicino al Vetturinooooo ecc."
Di seguito la risposta dipendeva dalla disponibilità della ragazza e dalla voglia che si aveva a tenere il gioco canoro.
Se in questo momento vi sembra di ricordare qualcosa di familiare, siete sulla strada giusta!
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Litografia ottocentesca del Saltarello |
Fino agli anni 80 del nostro secolo, artisti del calibro di Claudio Villa e Gabriella Ferri portavano questa tradizione romanesca in vita e all'ennesima potenza.
Se volete rivivere pochi minuti di quell'atmosfera vi consiglio di ascoltare il video sotto riportato.....