Cicero in Rome ospita:
la dott.ssa Enza Spinapolice*
che ci racconta
La Preistoria nel Lazio; dal Neanderthal all'Homo
Sono un’archeologa, e, come succede a molti dei
miei colleghi, quando faccio questa semplice affermazione e dichiaro di vivere
a Roma, mi si risponde: ah, certo, è proprio il posto giusto! I fori il
Colosseo, Villa Adriana…ne avrai di lavoro!
In realtà io però sono un’archeologa del Paleolitico, e la cosa più
divertente, è che, per quanto riguarda Roma e dintorni, è verissimo che si
tratta di un territorio eccezionalmente ricco. Molte centinaia di migliaia di
anni prima che i nostri amici antichi Romani spadroneggiassero sui sette colli,
la zona di Roma era densamente abitata.
Il Lazio è infatti una delle regioni più ricche di fossili umani e di siti
paleolitici in Italia. Roma è anche la sede dell’Istituto Italiano di
Paleontologia Umana, una delle più antiche istituzioni in Europa che si occupa
di ricerche in questo campo.
In particolare, l’Uomo di Neanderthal ha lasciato in Lazio molte tracce del
suo passaggio, sotto forma di siti paleolitici e fossili.
Attraverso lo scavo e lo studio dei materiali rinvenuti nei siti, noi
archeologi possiamo ricostruire i modi di vita di questi cacciatori del
Paleolitico.
I Neanderthal, come tutti i nostri antenati prima del Neolitico, erano cacciatori raccoglitori. Questo vuol dire che non erano sedentari e si spostavano sul territorio in piccoli gruppi (10-20 persone), seguendo le risorse necessarie, come la selvaggina, le piante, le materie prime per fabbricare strumenti, o l’acqua.
I siti erano quindi temporanei, potevano essere costituiti da capanne,
oppure da grotte. Molto spesso i siti più comodi o più vicini a risorse
importanti erano riutilizzati, mese dopo mese, stagione dopo stagione, e se
siamo stati fortunati, questi accumuli di manufatti ed altri elementi legati all'attività umana, si sono conservati fino a noi, ed oggi possiamo studiarli.
Ricostruzione di un Neanderthal (il colore degli occhi e dei capelli è indicativo ovviamente!) |
L’analisi dei dati provenienti dai siti, ci da informazioni, quando
possibile, sulle attività che si svolgevano nel sito. Purtroppo ogni traccia
organica è scomparsa col tempo, ma l’analisi della distribuzione dei reperti si
rivela molto spesso uno strumento utile in questo senso.
I materiali più comuni in un sito Paleolitico sono i manufatti litici e le
ossa animali.
un esempio di scavo archeologico preistorico con grande densità di manufatti litici e resti ossei animali |
Esempio di scavo preistorico |
I manufatti di pietra, essendo praticamente indistruttibili, sono una fonte
inesauribile di informazioni. Prima
dell’invenzione dell’uso dei metalli, la maggior parte delle attività
quotidiane venivano svolte con tali strumenti, la cui fabbricazione seguiva
regole ben precise, e ripetitive. Studiare questi materiali ci da’ spesso un’idea
specifica delle attività svolte, come la lavorazione della pelle o del legno,
la fabbricazione degli strumenti sul posto, la caccia e la macellazione delle
prede.
In effetti, l’altra grande categoria di reperti caratteristica di un sito
paleolitico, sono le ossa animali. Spesso i neandertaliani riportavano le prede
sul sito, e le macellavano e consumavano lì. Altre volte, le macellavano sul
luogo dove erano uccise e ne portavano sul sito solo le parti da consumare.
Disegni degli strumenti di pietra che utilizzavano i Neandethal |
Studiando i resti delle ossa animali, sappiamo quindi che tipo di prede
cacciavano, quali parti preferivano consumare, e se eventualmente usavano le
ossa e le corna per altri scopi, per ricavarne strumenti o combustibile per il
fuoco.
Alcuni esempi di ricostruzioni di siti abitativi (??!!) dei Neanderthal |
Alcuni esempi di ricostruzioni di siti abitativi (??!!) dei Neanderthal |
Ad oggi, a differenza degli Homo sapiens, le testimonianze di attività
artistiche o simboliche dei neandertaliani sono molto scarse, tanto che molto
studiosi li considerano “incapaci” di un pensiero astratto. Ma il dibattito sull'argomento è in questo momento molto acceso, e la situazione potrebbe
cambiare da un momento all'altro
I neandertaliani hanno occupato il Lazio per circa 200.000 anni, prima di
scomparire e lasciare i territori agli Homo
sapiens, la nostra specie, intorno ai 35.000 anni fa.
Neanderthal a Caccia |
La scomparsa dei Neandertaliani è uno degli argomenti più controversi ed
interessanti della nostra evoluzione. Dall'anno scorso, sappiamo che in noi
sapiens, circa il 4% del DNA in media ha un’origine neandertaliana, e quindi
delle relazioni anche intime J tra le due specie sono molto probabili (a quanto
pare il luogo del “fattaccio” sarebbe il Vicino Oriente). Sta di fatto però,
che nonostante sia stato detto che un neandertaliano in giacca e cravatta
passerebbe inosservato nella metropolitana di New York, questa specie umana è
estinta, e noi conserviamo l’aspetto dei nostri antenati Homo sapiens, che uscirono dall’Africa e conquistarono il mondo.
Ma questa è un’altra storia.....
Enza Spinapolice
* Enza Spinapolice attualmente ricercatore presso l'istituto Max Planck in Germania, si occupa di Paleolitico Medio e Superiore. Le sue tesi di Laurea e Dottorato hanno esplorato il mondo dei Neandethal che vivevano nel Lazio e in Sud Italia.
Ma le neanderthaliane? erano cacciatrici e raccoglitrici anche loro, ne sappiamo qualcosa?
RispondiEliminaNon ci sono conoscenze approfondite riguardo la divisioni dei compiti tra maschi e femmine ....non sappiamo moltissimo neanche riguardo la nostra specie se non fosse per alcune suggerimenti che ci possono venire dalle etnie tradizionali che vivono ancora come cacciatori/raccoglitori ma si tratta comunque di trasposizioni su gruppi del passato e non è detto che questa operazione di confronto sia corretta. Quello che possiamo dire con certezza è che come per ogni specie le femmine si sobbarcano di lavoro :) ;)
RispondiElimina