CICERO IN ROME OSPITA:
LA DOTT.SSA EMANUELA PETTINELLI*
che ci racconta
Sulle tracce del Medioevo a Roma
Torre dei Conti (alla fine di Via Cavour) |
Largo Argentina |
I reperti rinvenuti e i resti degli edifici ci hanno raccontano tassello dopo tassello, la forma della citta, la sua estensione, il suo volto chiuso nelle mura, la forma delle sue strade o semplicemente come essa venisse attraversata, se con aree porticate luminose e monumentali, o attraverso vicoli tortuosi, tanto stretti che poteva accadere che un cavaliere a cavallo toccasse con la punta delle sue scarpe la testa dei pedoni, stretti al muro, nel tentativo di passare. Nella parte più antica del centro avremmo incontrato forse scale e verande, balconi in legno, costruiti per allargare le piccole stanze, stradine dall’andamento curvilineo fatto appositamente per rompere il vento d’inverno e proteggere dal sole in estate. Ma molte informazioni ci giungono durante gli scavi dal rinvenimento degli oggetti. In particolare una preziosa fonte d’informazioni sulla vita degli uomini del Medioevo sono i butti, gli immondezzai di età medievale, le piccole discariche familiari o di quartiere, a volte scavate in un silos nella terra o nella roccia, a volte realizzate in un angolo di edificio abbandonato magari di epoca classica, oppure semplicemente realizzato dietro casa, per le età più vicine a noi. L’espressione "dimmi cosa getti e ti dirò chi sei” si può cucire molto bene alla nostra età di mezzo.
Dai butti tornano alla luce i frammenti del corredo buono, tenuto nelle scansie e nelle nicchie, con i decori di moda che cambiano di secolo in secolo, dai grandi petali applicati alle brocche del X secolo, a quelle con grandi cannelli a mandorla e a pellicano del XII-XIII secolo, alle maioliche in verde e marrone, con motivi floreali o ispirati alla dottrina cristiana, fino alle ciotole con i grandi stemmi delle famiglie laziali della fine del medioevo. Non mancano mai le pentole, le olle per le zuppe e le minestre, i testi per la cottura del pane posto direttamente sul piano del focolare.
Vengono alla luce i bicchieri di forma troncoconica, lisci o decorati con filamenti e pinzettature, le bottiglie con piede ad anello, le preziose saliere e le oliere, il coltello che si usa un po’ per tutto, il cucchiaio (la forchetta arriva solo alla fine del medioevo e ha solo due denti!) le lucerne e i candelabri di ceramica per illuminare, i vasi per le costose spezie che si usano in cucina come dallo speziale, pestate nei mortai, insieme a i semi, ai fiori, alle scorze. E ancora altri oggetti che di sicuro avremmo incontrato in una casa sono le fusaiole e i rocchetti per cucire, in legno o più spesso in ceramica, o gli oggetti da gioco, dadi e pedine a volte ricavati da vecchi vasi rotti. E non mancano gli oggetti da lavoro in ferro, le monete, perfino le armi o con molta fortuna gli anelli o frammenti di monili e bijoux.
Tutto getta luce e ci da nuove informazioni su questa età, a volte un po’ dimenticata, e aiuta a capire l’economia, la produzione locale o quella d’importazione, la diffusione dei mestieri, la ricchezza delle classi sociali, la tipologia delle abitazioni e degli ambienti, gli usi comuni, il vestiario, il modo di vivere e in generale il ritmo di vita di una città in epoca medievale. Molto è stato già fatto e molto compreso. Ma di certo per questa età resta sempre quel pizzico di mistero che la rende tanto affascinante. Basti guardare Roma.
Fibbie, gioielli, spilloni e altri accessori medioevali presso il Museo della Crypta Balbi |
Dadi da gioco in osso |
Dai butti tornano alla luce i frammenti del corredo buono, tenuto nelle scansie e nelle nicchie, con i decori di moda che cambiano di secolo in secolo, dai grandi petali applicati alle brocche del X secolo, a quelle con grandi cannelli a mandorla e a pellicano del XII-XIII secolo, alle maioliche in verde e marrone, con motivi floreali o ispirati alla dottrina cristiana, fino alle ciotole con i grandi stemmi delle famiglie laziali della fine del medioevo. Non mancano mai le pentole, le olle per le zuppe e le minestre, i testi per la cottura del pane posto direttamente sul piano del focolare.
Brocche |
Vengono alla luce i bicchieri di forma troncoconica, lisci o decorati con filamenti e pinzettature, le bottiglie con piede ad anello, le preziose saliere e le oliere, il coltello che si usa un po’ per tutto, il cucchiaio (la forchetta arriva solo alla fine del medioevo e ha solo due denti!) le lucerne e i candelabri di ceramica per illuminare, i vasi per le costose spezie che si usano in cucina come dallo speziale, pestate nei mortai, insieme a i semi, ai fiori, alle scorze. E ancora altri oggetti che di sicuro avremmo incontrato in una casa sono le fusaiole e i rocchetti per cucire, in legno o più spesso in ceramica, o gli oggetti da gioco, dadi e pedine a volte ricavati da vecchi vasi rotti. E non mancano gli oggetti da lavoro in ferro, le monete, perfino le armi o con molta fortuna gli anelli o frammenti di monili e bijoux.
Ceramica da Farmacia, in alcune farmacie di Roma è ancora possibile osservarle |
Tutto getta luce e ci da nuove informazioni su questa età, a volte un po’ dimenticata, e aiuta a capire l’economia, la produzione locale o quella d’importazione, la diffusione dei mestieri, la ricchezza delle classi sociali, la tipologia delle abitazioni e degli ambienti, gli usi comuni, il vestiario, il modo di vivere e in generale il ritmo di vita di una città in epoca medievale. Molto è stato già fatto e molto compreso. Ma di certo per questa età resta sempre quel pizzico di mistero che la rende tanto affascinante. Basti guardare Roma.
Emanuela Pettinelli
* Laureata presso la Sapienza di Roma in Archeologia Medievale, specializzanda presso la stessa Università. Ha lavorato in diversi scavi e attività di ricerca in Calabria e in Sicilia e negli ultimi anni a Roma e nel Lazio in particolare nell'area dei Castelli Romani.
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